lunedì 7 novembre 2011

grande circo MOSCARDINI 2


Giacomo Gian-Giacomo aveva sempre desiderato diventare un domatore. Un domatore di belve feroci. Sin da bambino. Ma dove abitava lui non c'erano belve feroci. Neanche un gatto. Però c'erano tantissime mosche, di tutti i tipi. Mosche da casa, vagabonde, cavalline, fruttaiole, mattiniere, notturne, dolciarie, petulanti, ronzanti, silenziose, solitarie e mosconi. Così Giacomo Gian-Giacomo diventò un ammaestratore di mosche.
Un ammaestratore di mosche deve possedere grandi qualità. Per esempio deve avere una vista perfetta. E' impossibile insegnare un triplo salto mortale con avvitamento ad un moscerino se non si possiede una vista perfetta. Un ammaestratore di mosche deve avere anche una memoria perfetta. Le mosche sono molto permalose, bisogna ricordare il loro nome una per una e non bisogna sbagliarsi mai. La prima mosca che Giacomo Gian-Giacomo addestrò la chiamò Clara. Come sua zia. E a sua zia assomigliava anche un po'. Se non altro nel carattere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi hai strappato un sorriso. Grazie. Mi piace questo domatore di petulanti, inusuali eppure "conosciute", "simili" mosche.

Anonimo ha detto...

E aggiungo: mi piace il tuo "grande circo Moscardini".