Giacomo
Gian-Giacomo aveva sempre desiderato diventare un domatore. Un
domatore di belve feroci. Sin da bambino. Ma dove abitava lui non
c'erano belve feroci. Neanche un gatto. Però c'erano tantissime
mosche, di tutti i tipi. Mosche da casa, vagabonde, cavalline,
fruttaiole, mattiniere, notturne, dolciarie, petulanti, ronzanti,
silenziose, solitarie e mosconi. Così Giacomo Gian-Giacomo diventò
un ammaestratore di mosche.
Un
ammaestratore di mosche deve possedere grandi qualità. Per esempio
deve avere una vista perfetta. E' impossibile insegnare un triplo
salto mortale con avvitamento ad un moscerino se non si possiede una
vista perfetta. Un ammaestratore di mosche deve avere anche una
memoria perfetta. Le mosche sono molto permalose, bisogna ricordare
il loro nome una per una e non bisogna sbagliarsi mai. La prima mosca
che Giacomo Gian-Giacomo addestrò la chiamò Clara. Come sua zia. E
a sua zia assomigliava anche un po'. Se non altro nel carattere.
2 commenti:
Mi hai strappato un sorriso. Grazie. Mi piace questo domatore di petulanti, inusuali eppure "conosciute", "simili" mosche.
E aggiungo: mi piace il tuo "grande circo Moscardini".
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