Nel
Grande Circo Moscardini, si entrava in punta di piedi, facendo molta
attenzione a non schiacciare quelli degli altri. Il Grande Circo
Moscardini infatti era piccino piccino, talmente piccino che se si
moltiplicavano sette spettatori per tre c'era già il tutto esaurito,
anche se il nome sembrava indicare proprio il contrario. Era grande
però il suo fondatore: Gino Moscardini. Il più grande mangiatore di
polpette al sugo del suo tempo. Ben novantacinque polpette triturate,
risucchiate, disintegrate, ingollate, smascellate, in un solo minuto.
E senza lasciarne una sola briciola. Il tutto finiva in una enorme
pancia a malapena contenuta in una abbondantissima camicia e da un
gigantesco paio di pantaloni sostenuti da due bretelle rosse, tese
al punto che sembravano pronte a schiantarsi da un momento all'altro.
Un giorno, stanco di sfide tra divoratori di polpette, polli
arrostiti, panini al salame e uova alla cocca, a Gino Moscardini
venne voglia di diventare un grande artista. Ma siccome soffriva
parecchio la solitudine e diventava triste quando doveva mangiare
tutto solo, creò dal nulla un circo. Ma Gino Moscardini non si
accontentava facilmente, così una notte di un Natale oramai lontano,
nacque il Grande Circo Moscardini. Un circo un po' speciale.
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