Noi diventiamo profughi
nell'istante
della sottomissione,
quando carne al macello
e caffè già macerato
dal sole
sobillano i nostri corpi vuoti
di cibo
e le mandibole, con suoni esatti
riproducono
l'orma del carro sul sentiero
e le cinghie di trasmissione
e la violenza
Profuga, ho detto, e che sia
vero,
per sempre,
l'albergo del cuore.
maresa di noto (stanzas)
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